E’ stato
un piacere trovare Beth alla stazione ad aspettarmi, puntuale, sotto la
pensilina con un sorriso. Insieme ci siamo avviate verso via Ginori, dove abita
e dove alloggio anch’io.
Quello che mi colpisce, appena uscita dalla stazione, incamminandomi per le stradine, è una puzza difficile da definire. Un misto di nafta,
spazzatura e polvere a cui non resisto. Le strade strette e non asfaltate, piene di lastroni di basalto, finiscono per farmi inciampare continuamente così
come le rotelle della valigia si incastrano ogni due minuti. Finalmente
arriviamo a palazzo Barbolani, un palazzo
del '500 molto chic. Le camere sono confortevoli e con mobili della stessa epoca. Unico neo è che sono prive di aria condizionata e sono
costretta a lasciare i balconi aperti ascoltando le voci provenienti dalla strada. Firenze
è una città viva e ricca ma a misura d’uomo. Le strade del centro storico, dove passano solo i taxi, invitano a passeggiare e a guardare le
piccole botteghe che sembrano intatte così come erano nel Rinascimento o prima ancora.
Ho conosciuto la Bottega
di Leonardo, una gelateria, una vera sciccheria sia per il gelato che per il
locale ricavato da una cappella sconsacrata. Alle pareti affreschi leggeri nei
colori pompeiani, un piccolo altare a cui si accede attraverso scaloni e
diventato un salottino con cuscini dove poter gustare il gelato indisturbati. Il
gelataio è un signore simpaticissimo con un sorriso di quelli che non se ne vedono in
giro da tanto. Dispensa gelati su gelati, da solo, senza alcun aiuto, in
coppette, coni, e poi nei cannoli. La gente che passa davanti alla bottega non
può fare a meno di fermarsi e mangiare il gelato di Leonardo. Si creano
capannelli, gruppetti di persone che scambiano chiacchiere mentre noi dall’alto delle scale a mo’ di altare, osserviamo chi entra e chi
esce, i gusti che mangiano, la loro faccia quando il gelato finisce. Intanto arriva Stefania, un’altra amica che si unisce a noi col suo gelato mentre noi siamo alla fine.. Intanto parliamo di
diabete, glicemia, mangiar sano inducendo gli altri a guardarci. Altra tappa è
stato il Duomo e il Battistero con la bellissima Porta del Paradiso e le
tavole del Ghiberti. Passeggiavo lì davanti col naso in su per ammirare la
cupola di Brunelleschi, un esempio di bellezza architettonica veramente
insuperabile. Firenze è unica. Si respira arte ad ogni angolo, davanti a una
piazza, un museo, una biblioteca, una chiesa, un personaggio storico. Le
botteghe sono ricche di ogni sorta di merce e via Tornabuoni presenta una
carrellata di stilisti tra i più raffinati. Firenze chiede occhi, occhi rivolti
in su per la maggior parte delle volte, occhi alle facciate, all’Arno, ai
ponti…Firenze anche piovigginosa, anzi, temporalesca. E’ venuto giù un
temporale tanto che nelle serre dell’Orto Botanico pioveva. Firenze è sempre
la città rinascimentale per eccellenza, d’Italia e del mondo. A Firenze l’arte
chiama e i fiorentini sono sempre allegri per vivere immersi in tanta
bellezza. Una Galleria, una colonna, un affresco, una scultura ci sorprendono ed è impossibile non fare riferimenti al tempo, ai personaggi e alla storia. E’ una città che non stanca,
ma riempie. Al ritorno Beth mi accompagna alla stazione e mi lascia poco prima di
avviarmi al binario. Dopo averla salutata, mi prende un po’ di malinconia a lasciarci dopo due giornate intense
di arte e letteratura. Quando il treno parte da
Santa Maria Novella, mi ritorna in mente la presentazione, il motivo per cui
sono arriva qui. E’ stata un’esperienza interessante presentare all’Orto
Botanico, il Giardino dei Semplici col Direttore Paolo Luzzi e tutti coloro che
hanno partecipato. Nell’Orto c’era un noce enorme, americano, che per guardarlo
tutto ho dovuto alzare lo sguardo di parecchio per ammirarne la sommità. Rappresentava l’albero del mio romanzo sotto la cui chioma erano state
sistemate le sedie per la serata. Ma un temporale estivo e senza preavviso ci
ha fatto spostare nella serra. Piante altissime e fiori con fontanine e
laghetti hanno fatto da scenario alla mia presentazione. Stupende le voci dei cantori Rossana e Paolo. Un fatto veramente
insolito per me è stato il pubblico: interessato, preparato, paziente e ottimo
ascoltatore. Nessuno ha lasciato l'Orto prima della fine della manifestazione. Dopo due intense giornate tra presentazione e organizzazione di
altre, sono tornata a casa stanchissima, ma contenta. Nelle
orecchie ancora i passanti che di notte sotto il mio balcone tiravano le
valigie facendo un frastuono infernale. Quel rumore di rotelle, che rotolavano
sulle lastre di basalto, mi metteva ansia anche solo a pensarci, per darmi
l’idea della partenza, e non amo le partenze. E che dire della corsa per andare a Cinema col film "Il tuo ultimo sguardo" di Sean Penn con Charlize Theron e Janvier Bardem e trovarci in sala alle 20.00 incollate alle poltrone per le scene cruente e forti del film. Ma Firenze è
diventata la mia città dopo Napoli, dove giungo spesso per
presentare i miei libri. Firenze val bene una presentazione.(Parigi val bene una messa,
frase di Enrico IV di Navarra pronunciata quando dovette convertirsi al cristianesimo, lui che
era protestante, per accedere al trono, per dire che ne valeva la pena.)
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