Domani è un altro giorno

Nelle ultime battute del romanzo "Via col vento", Rossella O'Hara, rivolta a Rhett,  che la sta lasciando, gli risponde con una frase che nel tempo ha assunto valore quasi filosofico: "Dopotutto, domani è un altro giorno!"



Rossella vuole riconquistarlo e affida al domani l'impegno di farcela di nuovo.
Più che un augurio di poter riconquistare Rhett, Rossella sembra dica questo con tono distaccato, quasi a volersene fregare di quanto accadrà e la frase assume contenuti un po' più freddi o comunque distanti se la isoliamo dal contesto in cui nasce.
Il finale rispecchia l'indole della protagonista che in tutto il romanzo lotta senza arrendersi mai, per raggiungere il suo scopo o quanto meno avvicinarsi il più possibile agli obiettivi cui vuole tendere. Questa frase lascia intendere che la vita va presa così come viene, che non bisogna piangersi addosso, che ogni giorno porta con sé la sua croce ma bisogna guardare al domani sempre con occhi nuovi. Se da una parte è la logica conseguenza delle difficoltà che la vita ci presenta costantemente, che siamo portati a guardare il domani con fiducia e rinnovamento, senza abbatterci mai, dall'altra, in questa frase, si nasconde la voglia di tagliare col passato. Dire che domani è un altro giorno, vuol dire che è un giorno diverso da oggi, staccato dal vissuto avuto fino a questo momento e partire da zero.
Questo concetto rispecchia un po' la filosofia di oggi che ci vede protagonisti sempre e comunque della nostra vita, tanto da non accettare sconfitte e ci proietta in un futuro che ci vuole diversi da ieri, attivi più che mai, vogliosi di novità, quasi a scalzare gli effetti negativi vissuti. Ogni giorno, pur essendo nuovo e diverso, ha una sua continuità che non può essere vista come soluzione ma come una continuazione di ciò che era prima nel bene e nel male.
Se Rossella O'Hara non fosse stata così cinica vicino a quella porta e non avesse pensato in modo egoistico, Rhett Butler non l'avrebbe lasciata così drammaticamente.
A volte preferiamo nascondere i nostri reali e profondi sentimenti e trattare le avversità con l'orgoglio che, secondo noi, ci preserva dalle delusioni della vita. Molto spesso è nel tentativo di "salvarci" da qualcosa che cadiamo in un baratro profondo, senza alcuna possibilità di tornare indietro.
L'orgoglio è, tra i sentimenti, quello più nefasto, è un paravento debole e inutile che fa alzare barriere vertiginose e rende duri più che mai. Preferisco a questo sentimento la coerenza e la continuità dei giorni visti l'uno di seguito all'altro, con le sue esperienze che mai drasticamente vanno cancellate, illudendoci di essere capaci di azzerare il passato. La felicità è anche riflessione, attesa, esitazione, è un percorso lento e a volte anche accidentato e dobbiamo imparare a leggere gli eventi non solo dal nostro punto di vista ma anche nella loro complessità. Domani è un altro giorno, nel senso che si aggiunge a quelli vissuti, rappresentano il nostro bagaglio e nessuno parte lasciando le valigie, esse fanno parte di noi e dentro ci sono tutte le cose di cui abbiamo bisogno per la nostra permanenza nel luogo in cui ci dirigiamo. Chi viaggia senza bagagli, non ha una meta precisa e va allo sbaraglio. Domani è un altro giorno, nel senso di dare vita al nuovo giorno tenendo conto di quello prima, di cosa ci ha dato e dove ci ha portato. Sarebbe triste vivere ogni giorno con azioni avulse dal contesto precedente. Anche cominciare continuamente volendoci rinnovare ad ogni costo può rivelarsi deludente.

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